Nel mondo dei quiz televisivi italiani, il ruolo dei “pacchisti” è diventato centrale in programmi di grande successo popolare come “Affari Tuoi”, letteralmente catalizzando milioni di spettatori ogni sera. Queste figure, spesso persone comuni provenienti da diverse regioni del Paese, hanno la possibilità – almeno in apparenza – di aspirare a premi straordinari che possono arrivare anche a cifre stratosferiche. Tuttavia, tra regole, tassazioni e dinamiche di pagamento meno immediate di quanto si possa immaginare, la domanda su quanto vengano realmente pagati i pacchisti merita un esame approfondito.
I meccanismi di vincita nei quiz televisivi: dal sogno alla realtà
Molti famosi giochi televisivi italiani, come “Affari Tuoi” e “L’Eredità”, si distinguono per offrire montepremi di notevole valore. In particolare, ad “Affari Tuoi”, grazie alla meccanica dei cosiddetti pacchi, un concorrente può teoricamente aggiudicarsi fino a 300.000 euro in una sola serata . Tuttavia, non si tratta, come spesso si crede, di denaro contante consegnato direttamente al fortunato vincitore sul palco, bensì di una somma che viene liquidata sotto forma di gettoni d’oro.
Questa scelta deriva da una particolare interpretazione normativa risalente al passato, secondo cui soltanto lotterie e casinò potevano premiare con denaro cash. Le emittenti televisive, dovendo aggirare l’ostacolo legislativo, hanno scelto la forma del gettone d’oro come compenso, creando un sistema che è rimasto pressoché invariato anche oggi .
Gettoni d’oro: cosa sono e perché penalizzano i vincitori
I gettoni d’oro sono piccoli lingotti o monete d’oro, ciascuno dal valore nominale variabile, che vengono consegnati al posto del denaro. Il partecipante, una volta ricevuto il premio, deve effettuarne il cambio presso istituzioni come la Banca d’Italia o speciali Banche dei Metalli. Tuttavia, si innesca una serie di decurtazioni che riducono notevolmente il valore finale del premio per chi lo riscuote.
- Trattenuta iniziale del 22%: questo importo viene sottratto direttamente dalla cifra vinta e corrisponde all’IVA dovuta allo Stato. Quindi, ad esempio, da una vincita di 300.000 euro, il concorrente si trova già con 234.000 euro.
- Tassazione ulteriore del 20%: una volta applicata la decurtazione iniziale, la somma residua è soggetta a tassazione come qualsiasi reddito diverso. Pertanto, dai 234.000 euro restano circa 187.200 euro.
- Commissione bancaria del 5%: cambiando i gettoni in euro, anche la banca trattiene la sua percentuale. Da 187.200 euro si scende a 178.840 euro, ovvero circa il 53% del valore originario del montepremi .
Il risultato finale è spesso sconvolgente per chi si era già illuso di incassare grandi somme: il valore effettivo percepito è di gran lunga più basso.
I guadagni nascosti dei pacchisti: quanto si porta davvero a casa?
Analizzando casi reali registrati da notizie online e testimonianze di ex concorrenti, emergono alcune costanti non trascurabili. La percezione pubblica di una vincita eclatante viene in parte smentita dalle regole pratiche di liquidazione dei premi.
Nello specifico, da una vincita pubblicizzata pari a 300.000 euro ad “Affari Tuoi”, solo circa 180.000 euro finiscono nelle tasche dei pacchisti dopo tutte le deduzioni. Nel caso di vincite più contenute, il meccanismo è lo stesso: su 100.000 euro vinti, la cifra netta sarà pari a poco più di 53.000 euro. Va inoltre considerato il fatto che la liquidazione dei premi non avviene immediatamente; a volte sono necessari diversi mesi per ricevere la somma stabilita, a seconda della velocità con cui avviene il cambio dei gettoni presso gli istituti autorizzati.
La dinamica dei quiz è differente per ogni programma. “L’Eredità”, ad esempio, ha un montepremi che può arrivare attorno ai 75.000 euro nella fase finale della “Ghigliottina”, con meccanismi analoghi di pagamento e trattenute. I concorrenti possono uscire a mani vuote oppure aggiudicarsi cifre più modeste, sempre e comunque soggette a tutte le decurtazioni sopracitate.
Dietro le quinte: altri aspetti da considerare
Vi sono ulteriori elementi che spesso non vengono considerati dal grande pubblico:
- Nessun stipendio fisso per i pacchisti: i partecipanti, salvo diverse specifiche per figure professionali ricorrenti come le “professoresse”, non percepiscono alcun compenso fisso se non quello relativo ad un’eventuale vincita.
- Problematica della tassazione: la normativa fiscale italiana considera i premi vinti come redditi diversi. Ciò significa che chi già percepisce uno stipendio può trovarsi inserito in uno scaglione IRPEF superiore, pagando perciò ancora più tasse sul totale percepito.
- Costi e tempistiche del cambio dei gettoni: il processo di liquidazione in euro, tra perizie, costi di spedizione, tempi di attesa e fluttuazioni del prezzo dell’oro, porta spesso a lunghe attese e a guadagni effettivi ancora inferiori alle aspettative iniziali.
Risulta inoltre curioso come la platea generalista si appassioni ai quiz serali sperando in un futuro colpo di fortuna, ignorando spesso le complesse logiche finanziarie e fiscali sottese a questo tipo di premi. Solo chi ha affrontato in prima persona il percorso della vincita può testimoniare quanto la differenza tra la cifra annunciata in trasmissione e il bonifico effettivamente ricevuto sia ampia.
In conclusione, il sogno di diventare ricchi grazie a un quiz televisivo in Italia resta possibile ma ben più complesso del previsto: tra il pagamento in gettoni d’oro, le varie trattenute e la tassazione importante, il premio finale rappresenta in media poco più della metà del valore annunciato al pubblico. Una verità di cui tutti gli aspiranti concorrenti dovrebbero essere consapevoli prima di tentare la fortuna sotto le luci della TV.