Forse pochi sanno che esistono differenze importanti tra i prodotti bancari più comuni che tutti, almeno una volta nella vita, si trovano ad utilizzare. Tra questi, il conto bancario e il conto corrente sono spesso confusi o dati per sinonimi, ma nella pratica non sono la stessa cosa. Conoscere la differenza è essenziale per compiere scelte finanziarie più consapevoli, evitare sorprese inaspettate e ottimizzare la gestione del denaro personale.
Definizioni di base e quadro normativo
Il conto corrente rappresenta la strumento bancario più diffuso per la gestione ordinaria delle finanze personali. Si tratta di un rapporto di credito reciproco continuo tra cliente e banca, che permette di depositare denaro, eseguire pagamenti, ricevere accrediti, disporre bonifici, prelevare, utilizzare carte di pagamento o assegni, domiciliare bollette e accedere a numerosi altri servizi di natura finanziaria o gestionale. La relazione tra banca e cliente è disciplinata da precise norme del Codice Civile italiano, cui si applicano aggiornamenti dettati anche da direttive europee e dalle autorità di vigilanza.
Il termine conto bancario è invece generico: indica qualsiasi tipo di rapporto contabile con una banca, che può comprendere sia il conto corrente, sia altre forme come il conto deposito, il conto titoli, il conto di pagamento o il conto di risparmio. Tuttavia, in Italia, nel linguaggio quotidiano e commerciale, spesso si utilizza “conto bancario” come sinonimo di “conto corrente”, contribuendo a generare confusione terminologica.
Funzioni e servizi: le vere differenze
La vera distinzione nasce dall’operatività e dalla finalità per cui ciascun prodotto è stato ideato:
- Conto corrente: lo scopo principale è offrire uno strumento flessibile e completo per la gestione del denaro quotidiano. Permette di accreditare stipendi o pensioni, disporre pagamenti in vari formati (bonifici, addebiti SEPA, MAV, RAV), prelevare contanti allo sportello o tramite bancomat, pagare con carte di debito e di credito, emissione di assegni, nonché di usufruire di servizi accessori come fidi, mutui, investimenti e apertura di conti deposito collegati.
- Conto deposito: pensato esclusivamente per la custodia e remunerazione del risparmio. Consente di vincolare somme di denaro per ottenere un interesse ma limita fortemente le operazioni possibili: di norma non prevede la disponibilità di carte di pagamento, non consente l’emissione di assegni né la possibilità di gestire pagamenti; spesso deve essere appoggiato a un conto corrente da cui transitano i bonifici di versamento e prelievo.
- Conto di pagamento: la versione basilare per chi vuole solo incassare e pagare, senza opzioni aggiuntive. Può essere aperto anche presso institutori non bancari (come gli istituti di moneta elettronica). Non integra servizi accessori né offerte di credito al consumo, risultando ideale per chi desidera costi bassi e una gestione semplificata, ma limitando pesantemente i servizi fruibili a lungo termine.
Gestione operativa e possibilità di credito
Una delle caratteristiche più distintive del conto corrente rispetto ad altre forme di conti bancari è la libertà operativa e la possibilità di accedere a strumenti di finanziamento o anticipazione:
- La disponibilità delle somme è solitamente immediata. L’intero saldo depositato può essere movimentato in qualsiasi momento, fatta eccezione per eventuali blocchi o vincoli temporanei imposti da specifiche richieste contrattuali.
- È possibile attingere al credito: la banca può concedere uno scoperto di conto (fido) anche di importo elevato, in base alle garanzie o alla storia creditizia del cliente. Questa prerogativa è esclusiva dei conti correnti bancari e non si ritrova negli altri conti, come il deposito o il conto di pagamento, dove operare “in rosso” non è consentito.
- L’infrastruttura dei servizi digitali collegati risulta più avanzata: internet banking, home banking, mobile banking, app personalizzate, strumenti per la gestione delle utenze o per la firma digitale di contratti.
Ogni relazione contrattuale tra banca e correntista stabilisce regole precise sull’aggiornamento dei costi (in genere trimestrali o annuali), la trasparenza delle condizioni e la possibilità, da parte del cliente, di disdire il rapporto in qualsiasi momento senza penalità. Dal 2017, la portabilità bancaria obbliga le banche a completare il trasferimento dei servizi di pagamento e del saldo verso un nuovo istituto entro un massimo di 12 giorni lavorativi, semplificando eventuali cambi di banca senza costi aggiuntivi per il cliente.
Costi, sicurezza e scelte consapevoli
Chi sta scegliendo quale strumento aprire deve considerare tre elementi centrali: costi, sicurezza e obiettivi d’uso.
Costi
I conti correnti bancari prevedono spesso canoni mensili o annuali, costi di gestione, commissioni sulle operazioni e spese di bollo, a fronte però di una gamma molto ampia di servizi. I conti deposito, invece, propongono costi minimi e talvolta nulli, in quanto sono uno strumento meno operativo ma offrono interessi attivi sulle somme vincolate. I conti di pagamento tendono ad avere canoni trascurabili e commissioni contenute, valorizzando l’essenzialità a scapito della completezza.
Sicurezza
Tutti i conti bancari sono protetti dall’adesione obbligatoria dei rispettivi enti al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che assicura i depositi fino a 100.000 euro per conto e per intestatario. Sono escluse da questo regime alcune categorie di prodotti (ad esempio strumenti finanziari o quote di investimento), che vanno quindi valutati a parte in caso di investimenti più complessi.
Obiettivi d’uso
Il conto corrente è indispensabile quando si desiderano possibilità di gestione totale del denaro, ricezione pagamenti regolari (come stipendi o pensioni), pagamento di bollette e disposizione di pagamenti in modo rapido e flessibile. Il conto deposito è invece ideale per chi vuole parcheggiare somme di denaro in modo sicuro beneficiando, in alcuni casi, di una notevole remunerazione annuale a fronte di una limitazione delle operazioni bancarie. Il conto di pagamento rappresenta la soluzione per chi vuole un mezzo di pagamento essenziale, magari per separare le uscite domestiche da quelle personali, senza servizi aggiuntivi né rischi di credito.
Conclusioni pratiche e falsi miti
Conoscere nel dettaglio quale tipologia di rapporto si sta aprendo è fondamentale per tutelare i propri risparmi e non rimanere delusi dalle aspettative. Un conto bancario non è per definizione un conto corrente: questo equivoco può condurre il risparmiatore a sottoscrivere prodotti che risultano poi inadatti alle sue esigenze reali. Solo il conto corrente soddisfa pienamente tutti i bisogni della gestione finanziaria ordinaria e garantisce l’accesso a un ampio ventaglio di servizi finanziari, mentre il conto deposito è ideale esclusivamente per il risparmio vincolato e il conto di pagamento per funzioni essenziali di incasso e spesa.
Alla luce di ciò, ciascun cliente dovrebbe farsi spiegare dettagliatamente dalla banca quali sono le potenzialità, i limiti e i costi dei diversi strumenti, così da compiere la scelta più adatta al proprio profilo. Solo una conoscenza approfondita, infatti, mette davvero al riparo da spiacevoli sorprese o incomprensioni tipiche dell’offerta bancaria attuale.