Ecco la differenza tra ingegnere e architetto: perché molti le confondono

Nel mondo delle costruzioni e delle grandi opere, due figure professionali vengono spesso confuse sia dai committenti sia dall’opinione pubblica: ingegnere e architetto. Questo avviene perché entrambi sono impegnati nella progettazione e nella realizzazione di edifici o strutture, ma i rispettivi ruoli e competenze li distinguono in maniera significativa. Comprendere questa differenza è essenziale non solo per chi intende intraprendere una di queste carriere, ma anche per chi si trova a collaborare con questi professionisti per motivi lavorativi o personali.

Formazione e percorso accademico

Alla base di tutto vi è una radicale differenza nei percorsi di studio. Chi desidera diventare architetto deve intraprendere il corso di architettura, mentre chi vuole esercitare la professione di ingegnere deve iscriversi alla facoltà di ingegneria. Entrambi i cicli universitari sono caratterizzati da una formazione solida in materie scientifiche come matematica, progettazione tecnica e geometria, ma l’architettura include anche insegnamenti umanistici e creativi, come storia dell’arte, restauro e disegno artistico.

L’ingegneria, invece, si sviluppa verso specializzazioni più tecniche: ingegneria civile, strutturale, meccanica o anche informatica. L’accento è posto su elementi come analisi strutturale, resistenza dei materiali, sistemi elettrici e idraulica. In sintesi, la differenza nella formazione accademica riflette anche la futura specializzazione lavorativa e la prospettiva con cui questi due professionisti affrontano ogni progetto.

Ruoli e Competenze Distintive

Sebbene entrambe le figure ruotino attorno al concetto di progettazione, il focus delle rispettive attività è ben diverso. L’architetto si occupa principalmente di progettare opere che siano non solo funzionali, ma anche esteticamente appaganti; in altre parole, mira a integrare il comfort, il paesaggio urbano, la storia e l’originalità nel risultato finale. Il suo lavoro non riguarda solo l’edilizia: può spaziare dall’arredamento d’interni al restauro di edifici storici, fino all’urbanistica.

L’ingegnere, invece, si concentra sull’aspetto tecnico e strutturale del progetto. La sua priorità è garantire la sicurezza e la funzionalità dell’opera, progettando o validando le soluzioni proposte dagli architetti. È lui che si assicura che un edificio sia solido, stabile, conforme alle normative vigenti e alle leggi della fisica. Inoltre, la professione dell’ingegnere ha molteplici ramificazioni e riguarda anche settori che nulla hanno a che vedere con l’edilizia, come la meccanica, l’informatica, l’elettronica e l’energetica.

Principali compiti in edilizia:

  • Architetto: Progettazione delle forme, distribuzione degli spazi interni ed esterni, scelta dei materiali in base all’impatto estetico, direzione artistica dei lavori, valorizzazione dell’immagine dell’edificio, relazione con la committenza per soddisfare desideri e bisogni.
  • Ingegnere: Calcolo strutturale, analisi della resistenza dei materiali, verifica della sicurezza antisismica, progettazione delle infrastrutture tecniche (impianti, fondazioni, reti idriche), validazione delle soluzioni progettuali sotto il profilo tecnico, gestione dei tecnicismi burocratici.

Sovrapposizioni e Collaborazioni

Nonostante la differenza di competenze, nella pratica architetti e ingegneri si trovano spesso a lavorare fianco a fianco, specialmente nei grandi cantieri e nelle opere pubbliche. In alcuni casi, vi sono ruoli che si sovrappongono, ad esempio nella progettazione edilizia, dove sia l’architetto sia l’ingegnere possono redigere progetti e presentare pratiche urbanistiche. Tuttavia, la sinergia nasce proprio dalla complementarità delle rispettive competenze: dove uno enfatizza estetica e abitabilità, l’altro verifica solidità e praticità tecnica.

Per questo motivo la legge italiana spesso stabilisce con precisione le competenze riservate a ciascuno e nei bandi pubblici sono richiesti team multidisciplinari. Esempio tipico: nell’ambito di una nuova costruzione residenziale, l’architetto curerà la disposizione degli spazi e un’immagine distintiva, mentre l’ingegnere si assicurerà che la struttura regga i carichi e rispetti la normativa antisismica.

Perché nasce la confusione?

Il motivo principale per cui molti confondono queste due professioni dipende dal fatto che, per chi osserva dall’esterno, entrambe le figure sono coinvolte dalla fase di ideazione a quella di realizzazione di una struttura. Inoltre, nel linguaggio comune spesso si usa la parola “progettista” senza specificare la disciplina. La confusione è accentuata dal fatto che architetti e ingegneri possono svolgere compiti simili, soprattutto nelle piccole ristrutturazioni o nei lavori privati di minore ampiezza, dove la stessa persona può essere abilitata ad entrambe le attività (ad esempio, un ingegnere edile può occuparsi della progettazione architettonica e viceversa, sempre nei limiti previsti dalla normativa).

Altri fattori che alimentano l’ambiguità sono:

  • La presenza di corsi di laurea ibridi o affini, come ingegneria edile-architettura, che preparano professionisti con competenze trasversali.
  • La comunicazione non specialistica nei mezzi di informazione, dove si tende a non differenziare tra i due ruoli.
  • La scarsa conoscenza delle normative e delle suddivisioni delle competenze professionali nella maggior parte della popolazione.

Inoltre, nei piccoli centri e nei progetti meno complessi, un singolo professionista può occuparsi del progetto completo, dalla concezione all’esecuzione, aumentando la probabilità di sovrapposizione dei ruoli agli occhi del committente.

È bene ricordare che gli ordini professionali tutelano la specificità delle competenze e regolamentano i rispettivi ambiti di intervento, sia in fase di progettazione sia nella firma dei progetti esecutivi. Quindi, anche se le mansioni possono apparire simili, sono le responsabilità legali, tecniche ed etiche ad essere profondamente diverse.

Per chiunque debba affrontare un intervento edilizio, la conoscenza di queste distinzioni aiuta a scegliere il professionista giusto in base alle esigenze specifiche: l’architetto per l’estetica, la vivibilità e il rapporto con il contesto; l’ingegnere per la sicurezza, l’innovazione tecnica e la gestione delle complessità strutturali.

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